5 settembre, ore 21:00, Presicce - Two-fazzi batti batti
Duo Spina-Sotgiu
Nato nel 1986 a Torre S. Susanna, Stanislao Marco Spina si diploma col massimo dei voti e menzione d’onore presso il Conservatorio “Tito Schipa” di Lecce sotto la guida del M° Fulvio Panico.
Si perfeziona in Italia con Filippo Lattanzi, Danilo Grassi e Edoardo Giachino (Accademia Nazionale di Santa Cecilia), in Germania con Marta Klimasara (Stuttgarter Musikschule), in Austria con Ulrike Stadler (Universität für Musik & Darstellende Kunst Graz).
Debutta del 2009 come solista con l’Orchestra “Tito Schipa“ di Lecce con il concerto per percussioni e orchestra di D. Milhaud diretto da Francesco Lanzillotta. In seguito intraprende l’attività concertistica portando in scena brani di J. Schwantner, P. Glass, A. Thomas, S.Reich, T. Ichiyanagi, Xenakis, H. Cowell per poi avvicinarsi alla musica Barocca e Classica di J. S. Bach, M.Marais, D.Scarlatti, G.F. Telemann e W. A. Mozart, che approfondisce con Emilia Fadini e Mariagrazia Lioy.
Tra i più importanti riconoscimenti ricevuti, il primo Premio al “Premio Nazionale delle Arti 2009” (Cuneo-Roma), il terzo premio al “Word Marimba Competition 2011” (Cordoba-Spagna), il primo premio al concorso internazionale di musica “Paolo Serrau” (Filadelfia ITA) ecc. Ha inoltre partecipato alla fase finale del “Southern California Marimba Competition 2014” (Los Angeles USA).
Ha collaborato con varie orchestre ed ensemble cameristici tra cui: Orchestra Nazionale di Santa Cecilia, Orchestra dell’Opera di Parma, Orchestra della Magna Grecia, Teatro Dell’Opera di Roma,
Orchestra I.C.O Tito Schipa, Ensemble Ritratti 2010-Monopoli, L’Ensemble 900 dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Wood Percussion Droops, Locomotive Percussion Orchestra, Takt-Time, esibendosi in Italia, Spagna, Francia e Austria con direttori quali V. Gergiev, A. Pappano, D. Harding, S. Oramo, F. Lanzillotta, C. Rizzi, G. Neuholdm, M. Panni, C. Rizzari, L. Piovano.
Da solista ha inciso due Album di musica Barocca eseguiti alla Marimba: “Baroque Marimba” (Stone Records UK 2015) disco recensito con 5 stelle dalla rivista Musica e “Laudate Tristitia” (Korra Records IT 2023). Inoltre ha inciso un album interamente dedicato a J.S.Bach (Fuori Rotta Music IT 2022) con il quartetto di percussioni diretto da Giuseppe Cacciolla (percussionista presso il Teatro alla Scala di Milano).
È docente di Strumenti a percussione presso il Conservatorio “Tito Schipa” di Ceglie Messapica.
Vanessa Sotgiu, laureata con lode in Pianoforte, Maestro Collaboratore e Pianoforte jazz, ha studiato con i Maestri Ciccolini, Lioy, Thiollier, Perticaroli, Lenoci. Si è esibita in teatri e festival prestigiosi in Italia e all’estero, tra cui: Auditorium della Conciliazione di Roma, Biennale Musica e Cinema di Venezia, Teatro Statale di Wolfsburg, Teatro dell’opera di Tirana, ACIMC Contemporary Music Festival di Parigi, Festival di Nuova Consonanza di Roma. Ha inciso “Poemi sinfonici” di Liszt e “Carl Czerny – musiche per pianoforte a sei mani” con F. Libetta, “Kater i rades” e “Der Golem” di A. Shkurtaj per l’etichetta Anima Mundi, la Toccata di Petrassi per l’etichetta Tactus e di recente uscita “Lithos” con il Sonar trio sempre per l’etichetta Tactus. Ha lavorato come pianista per Danza presso l’Opera di Roma, come maestro sostituto presso il Teatro Petruzzelli di Bari e come pianista in orchestra con l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma. E’ stata docente di pianoforte e maestro accompagnatore presso il Conservatorio di Lecce, Vibo Valentia e Campobasso. È titolare della classe di Accompagnamento Pianistico presso il Conservatorio di Bari.
PROGRAMMA
Alexej Gerassimez (n. 1987)
Piazonore
Bruce Broughton (n. 1945)
Short Stories
III. Consolation in Moscow
Emmanuel Sejourne (n. 1961)
Losa
Philip Glass (n. 1937)
Opening
George Hamilton Green (1893-1970)
The Ragtime Robin
Arvo Pärt (n. 1935)
Fratres
Emmanuel Sejourne (n. 1961)
Concerto per marimba e orchestra n. 1
Tempo souple
Rythmique, energique
PALAZZO DUCALE DI PRESICCE
Le più antiche notizie dell’edificio sono di epoca normanna, ma a difesa dei primi nuclei abitativi, probabilmente in epoca bizantina, venne realizzato un primo castrum.
L’attuale Palazzo Ducale, quindi, ingloba le testimonianze di oltre mille anni di storia. L’edificio presenta una struttura massiccia, lineari prospetti scanditi e alleggeriti dalle soluzioni d’angolo, le eleganti finestre architravate di gusto rinascimentale, l’ampia loggia, costituita da tre archi a tutto sesto riccamente decorati. Le coperture degli ambienti interni sono generalmente voltate a botte e a spigolo, una grande scala reca una copertura lignea a capriate.
Si possono individuare quattro principali fasi edificative. La prima è relativa al fortilizio medievale; ancora visibile lungo il perimetro ovest vi è una delle torri angolari, è inoltre documentata la presenza di un profondo fossato. La seconda fase di sviluppo si colloca tra il XVI e il XVII secolo, sotto la signoria dei Gonzaga, dei Cito-Moles e dei Bartilotti-Piccolomini d’Aragona.
Nel 1630 fu avviato un intervento di ristrutturazione del castello, ingentilendo gli aspri volumi del fortilizio, con l’ampia loggia del perimetro ovest, con i giardini pensili, ricavati sul terrapieno delle mura del perimetro sud ed edificando una nuova cappella dedicata alla Santissima Annunziata che si affaccia sulla pubblica piazza. La ricca decorazione scultorea della facciata della cappella interessa anche l’interno, infatti l’intradosso della volta è scandito da serraglie, costoloni e maschere apotropaiche, sull’unico altare del sacro edificio è collocata una grande pala raffigurante l’Annunciazione. La terza fase che apportò ulteriori rimaneggiamenti si ebbe nel XVIII secolo. Nel 1709 il palazzo passò ai de’ Liguoro e nel 1791 vennero avviati i lavori di ristrutturazione del cortile del palazzo, realizzando l’elegante quinta barocca e lo scalone a doppia rampa che conduce al piano nobile. Venne, inoltre, aperto l’accesso, attraverso un portale, ai giardini pensili da piazza Sant’Andrea (oggi piazza Villani). La quarta fase di ristrutturazione, interessò i prospetti esterni del palazzo. Agli inizi del XX secolo, il duca Paternò decise di collocare i merli dal gusto neogotico, secondo la moda eclettica del tempo e vennero aggiunti nuovi corpi di fabbrica.
Dal 1990 ospita al suo interno il Museo della Cività Contadina.