24 agosto, Specchia – Alkan e la Trascrizione

24 agosto, Specchia – Alkan e la Trascrizione

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24 agosto, ore 21:00, Specchia - Alkan e la Trascrizione
Vincenzo Maltempo

La personalità artistica di Vincenzo Maltempo ha trovato un’importante collocazione nell’eterogeneo panorama musicale contemporaneo soprattutto grazie al suo impegnativo lavoro di riscoperta e di diffusione della musica di Charles Valentin Alkan, del quale è oggi considerato come uno dei più autorevoli interpreti e conoscitori al mondo. Dal 2011, infatti, Maltempo ha intrapreso un’intensa attività discografica registrando i lavori più importanti del compositore francese per l’etichetta Piano Classics; questo notevole lavoro ha attirato l’attenzione delle più rinomate riviste internazionali come «Diapason», «The Guardian», «PianoNews», «Gramophone» e molte altre. Andrew Clements («The Guardian») lo definisce: «Esaltante, una vera rivelazione!», e Robert Nemececk («PianoNews») scrive: «considerato uno dei più grandi interpreti contemporanei di questo compositore [Alkan] nessun altro pianista come Maltempo è riuscito a dominare in modo così ben congegnato e orchestrale le enormi difficoltà della sua musica». Maltempo ha inciso e suonato le opere più importanti di Alkan ed è uno dei pochissimi interpreti ad aver suonato l’intera raccolta dei suoi mastodontici Douze études dans toutes les tons mineurs op. 39 in un unico recital, a Yokohama, nel 2013. Come risultato della sua continua opera di riscoperta e promozione della musica di Alkan è stato nominato membro onorario della “Alkan Society” di Londra e nel 2019 ha iniziato la sua collaborazione con la prestigiosa casa editrice tedesca G. Henle Verlag. Nel 2020 la casa editrice Florestano ha pubblicato la sua biografia del compositore (Lo strano caso di Charles Valentin Alkan. Vita e musica di un genio dimenticato), la prima in italiano. Vincenzo Maltempo è definito un «musicista pieno di risorse con una tecnica ed una intelligenza formidabili» (Jeremy Lee, «Top Ear»), dai «suoni come scolpiti nel marmo» («PianoNews»). Elogiato da molti grandi pianisti contemporanei, Alexander Lonquich scrive di lui come di «un pianista / musicista fuori dal comune […]. È uno dei pochi che possono rendere giustizia alla musica di Alkan, che sembra non avere segreti per lui. Maltempo tende generalmente ad esplorare i lati estremi di uno stile. Non mi sorprende che il suo ultimo CD dedicato a Schumann abbia colpito nel centro. Raramente, se non mai, ho ascoltato una Humoreske così convincente e multiforme allo stesso tempo […] Non stupisce di certo la sua dedizione al lavoro di trascrizione di importanti partiture orchestrali […] E un’ultima cosa importante: si ha la sensazione che per lui lo strumento sia sempre un mezzo e non un fine in se stesso”. Il celebre critico musicale Bryce Morrison su «Gramophone» apprezza la sua dinamica sgargiante e colorata, che accosta a quella di un Horowitz, e Lorenzo Arruga riconosce nel suo «fraseggio libero, nel suo tocco caldo e nel suo atteggiamento di amore per i compositori e la musica» un profondo legame con la ‘scuola pianistica di un tempo’. Nonostante la giovane età, Vincenzo Maltempo può contare nella sua discografia, oltre a cinque CD con opere di Alkan (raccolti nel 2014 in un cofanetto), numerosi altri titoli: a Franz Liszt ha dedicato due CD, “Klavierwerke” (Gramola 2009), e “The complete Hungarian Rhapsodies” (Piano Classics, 2016), doppio cd nominato da «Gramophone» come “Editor’s choice” e definita «la più bella integrale che abbia mai ascoltato» da Paul Ruckert nella sua recensione al disco sulla stessa rivista; a Robert Schumann (Piano Classics 2014) un disco con importanti lavori pianistici; un doppio CD (Brilliant Classics 2014) con il violinista Carmelo Andriani, alla musica per violino e pianoforte di Michele Esposito (un compositore italo/irlandese poco noto al grande pubblico); mentre alla musica di Lyapunov (Piano Classics, Aprile 2017) riserva un’importante incisione dei 12 Studi Trascendentali che si aggiunge alle pochissime precedenti testimonianze discografiche complete esistenti e che guadagna critiche a 5 stelle su «Diapason» e su altre riviste italiane ed estere. Nel 2018, e sempre per la Piano Classics, vede la luce un doppio CD con i due Concerti di Brahms, registrati live con la Mitteleuropa Orchestra diretta da Marco Guidarini, mentre nel 2019 per la stessa etichetta viene pubblicato un doppio CD con le 10 Sonate per pianoforte di Skrjabin: è il primo italiano nella storia ad inciderne l’integrale. ​Vincitore del Premio Venezia 2006 al Teatro La Fenice, la sua carriera concertistica internazionale lo vede da quel punto esibirsi nei più importanti festival e teatri d’Europa (Venezia “La Fenice”, Cagliari “Teatro Lirico”, Spoleto “Festival dei due Mondi”, Festival F. Liszt di Raiding, “Raritäten der Klaviermusik” a Husum), America (Miami International Piano Festival), Messico (“Festival Internacional de Piano en Blanco y Negro”), Asia. Il suo percorso musicale, iniziato spontaneamente in età molto precoce nella sua famiglia, è fortemente influenzato da Salvatore Orlando, pianista e insegnante, allievo di Sergio Fiorentino, con il quale si diploma nel 2005 al Conservatorio S. Cecilia di Roma con il massimo dei voti e la lode. I suoi studi proseguono in seguito con Riccardo Risaliti presso l’Accademia pianistica Internazionale “Incontri col Maestro” di Imola, dove ha la possibilità di frequentare masterclass con pianisti come Ashkenazy, Marshev, Levin, Kocsis e altri. Le sue trascrizioni pianistiche sono pubblicate dalla Ries&Erler di Berlino e dalla MusePress di Tokyo. 

Dal 2017 è fondatore e direttore artistico del “Premio Alkan per il virtuosismo pianistico”, evento annuale che ha luogo al Castello di Castano, nel piacentino. Vincenzo Maltempo vive a Torino ed è docente di pianoforte principale al Conservatorio di Alessandria. 

PROGRAMMA

Charles-Valentin Alkan (1813-1888) 

Introduction et Andante con moto op. 13 n. 2 (Terzo Concerto da Camera) 

Secondo Concerto da Camera Op. 10 n. 2 (trascrizione per pianoforte solo dell’Autore) 

  

Ludwig van Beethoven (1770-1827) 

Concerto n. 3 per pianoforte e orchestra in Do minore. Trascrizione del primo movimento per pf. solo e Cadenza di Ch. V. Alkan 

  

Adagio, dal Concerto n. 5 per pianoforte e orchestra (trascrizione per pianoforte solo di Ch. V. Alkan) 

  

Franz Schubert (1797-1828) 

Fantasia in do maggiore per pianoforte, op. 15, D. 760 Wanderer-Fantasie 

PALAZZO PROTONOBILISSIMO RISOLO DI SPECCHIA 

Nella piazza principale di Specchia, Piazza del Popolo, sorge il Castello Risolo, un edificio fortificato costruito nel XVI secolo. Inizialmente, il Castello Risolo era una struttura isolata, successivamente fu poi incorporata in altre costruzioni. 

Due torrioni alti quadri emergono sugli angoli dell’antica struttura quadrangolare. Il fronte orientale si affaccia sulla Piazza del Popolo. Il portone anteriore è sovrastato dallo stemma e da due statue. Appartenuto a varie famiglie importanti, il Castello Risolo fu trasformato in palazzo marchese dalla famiglia Protonobilissimi, marchesi di Specchia nel corso dei secoli XVI e XVII. Struttura fortificata quadrangolare di impianto tardo quattrocentesco costruito in tufo, impasto di calce e terra rossa locale, inizialmente isolata e poi collegata ad altri edifici tra i quali emergono due alti torrioni quadrati. 

Dopo la distruzione di un precedente castello e delle mura urbiche tra il 1434 e 1435 ad opera delle truppe guidate da Giacomo Caldora alleato di Luigi III D’Angiò e rivale del barone locale Giacomo Del Balzo, a sua volta schierato con il principe di Taranto Giovanni Del Balzo Orsini e con Alfonso D’Aragona, furono i Del Balzo a provvedere negli ultimi decenni del ‘400 al nuovo incastellamento di Specchia. 

La nuova struttura fortificata conobbe modifiche non marginali tra ‘500 e ‘600 e nel ‘700 fu trasformato in edificio residenziale ad opera dei marchesi Protonobilissimi, appunto Desiderio Protonobilissimo, principe di Muro Leccese e la moglie Margherita Trane detentrice del feudo di Specchia dopo la morte del Padre Ottavio, sono rappresentati dalle due statue che, divise da uno stemma, sovrastano il portone in bugnato che costituisce l’ingresso del castello. E nella sua veste settecentesca si presenta oggi la sua facciata principale.